Il piatto che vi preparo è uno spuntino tipico dei bacari veneziani: le sarde in saor. Il saor è un modo per conservare tutti i tipi di pesce piccolo, anche se le sarde ne sono l’esempio più famoso e conosciuto.
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Il piatto che vi preparo è uno spuntino tipico dei bacari veneziani: le sarde in saor. Il saor è un modo per conservare tutti i tipi di pesce piccolo, anche se le sarde ne sono l’esempio più famoso e conosciuto.
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Il saor è un modo per conservare tutti i tipi di pesce piccolo, anche se le sarde ne sono l’esempio più famoso e conosciuto. Inventato dai pescatori per mantenere mangiabile il pesce per alcuni giorni durante le lunghe uscite in mare, fu presto adottato anche sulla terra ferma. In particolare a Venezia i nobili usavano le “sfoge”, le piccole sogliole tenerissime, delicate, ma con pochissima polpa! Il popolo, invece, preparava in questo modo le più economiche, saporite e carnose sarde, il pesce azzurro della nostra dieta mediterranea. Ma ben presto anche i nobili preferirono le sarde generose alle piatte soglioline! E così questo piatto semplicissimo è diventato il simbolo di Venezia.
Pulisco per bene 500 gr di sardine freschissime togliendo la testa e, se volete anche la lisca per facilitarne il consumo. Devo dire, però, che staccare la loro polpa gustosa dalle spine dopo la marinatura è una gran soddisfazione.
Le lavo e le asciugo con carta da cucina. Ora le infarino e le friggo in olio di arachidi. Appena sono dorate le scolo e le salo.
In un’ altra padella faccio appassire 300 gr di cipolle bianche affettate molto sottili in quattro cucchiai di olio extravergine d’oliva. Appena diventano trasparenti sfumo con 1 bicchiere di aceto e mezzo di vino bianco secco. È una piccola variante della mia famiglia che rende le sardine molto delicate.
Dispongo in una terrina uno strato di sarde, copro con la salsa di cipolle, una foglia di alloro e, a piacere, uvetta ammollata e pinoli. Continuo fino ad esaurimento delle sarde.
Di solito si accompagnano con polenta abbrustolita, ma anche con il pane sono una squisitezza!
Adesso bisogna saper aspettare. Almeno 3 giorni, diceva la mia mamma, ma se proprio non sapete aspettare dopo 24 ore sono abbastanza buone.