Ricetta della tradizione veneta: il baccalà mantecato e la sua storia.
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Ricetta del Baccalà mantecato veneto
Ingridients
- baccalà q.b
- olio evo q.b.
- olio di girasole q.b.
- aglio
- prezzemolo
- sedano
Racconto e Procedimento:
L' espressione “Duro come un baccalà” non è proprio corretta, si dovrebbe dire duro come uno stoccafisso! Questo errore lo facciamo dal 1435, anno in cui Il nobile Pietro Querini, naufragato tre anni prima al largo dell’isola di Lofoten, portò a Venezia, questo merluzzo essiccato al vento freddo del mare di Norvegia! È per questo che nel Veneto lo scriviamo con una C sola, per distinguerlo da quello conservato sotto sale. Già, lo Stockfish, il pesce bastone, è un pezzo di legno, secco e tagliente. Appena arrivato dalle nostre parti viene subito battuto come un baccalà, appunto, per sfibrarlo e prepararlo alla reidratazione.
Tre giorni e tre notti nell’acqua fredda, ma non gelata, serviranno a far penetrare il liquido in profondità e rendere le sue belle polpe bianche, tenere e morbide. Tolgo la lisca allo stoccafisso ammollato, ma non la pelle. Lo faccio bollire due volte in acqua, limone, alloro e sale. Niente latte.
Scolo e metto in planetaria usando la spatola, velocità 5; se non avete la planetaria potete usare un robot da cucina utilizzando le spatole, non i coltelli. Aggiungo l’olio a filo come si fa per fare la maionese. Uso un misto di olio extravergine d’oliva e olio di girasole, perché il gusto dell’extravergine prevarrebbe su quello del baccalà. Non aggiungo olio se prima non è stato assorbito il precedente.
Ora rallento la planetaria e aggiungo un po’ di acqua di cottura, poca, poca che lo renderà ancora più cremoso. È una questione di chimica e fisica, l’acqua e l’olio, emulsionati, si raddensano avvolgendo i pezzettini di stoccafisso in una crema golosa.
Regolo di sale e servo su crostini di pane
Si può aromatizzare con aglio e prezzemolo, peperoni o sedano e aggiungere anche una macinata di pepe bianco, ma così, al naturale, è una favola!