Uno dei piatti tipici del territorio veneto: la polenta e musso.
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La carne equina è presente in modo importante nella cucina veneta. Non c’è sagra che si rispetti senza che nel menù sia presente questo spezzatino d’asino molto particolare; tenerissimo e gustoso ha bisogno di una cottura lenta e precisa per renderlo un piatto davvero speciale. L’uso della carne equina risale a molti anni fa, addirittura al tempo degli Ostrogoti. Dopo la vittoria di Teodorico contro Odoacre, re degli Eruli, nella battaglia combattuta nei pressi di Verona, il Re autorizzò gli abitanti del posto a cibarsi della carne dei cavalli morti. Ovviamente il profumo non era molto invitante, così la carne venne insaporita con molte spezie e cotta in abbondante vino rosso. In seguito anche la carne d’asino, più diffuso dei cavalli tra il popolo, venne utilizzata in cucina. Il taglio di carne perfetto per questa ricetta è il muscolo, magro, ma ricco di cartilagine che lo renderà tenero e nello stesso tempo sodo. È una cottura in due fasi. Questo è il metodo che mi ha insegnato la mia mamma, in altre famiglie si farà in modo diverso, ma il risultato sarà sempre ottimo. Per 6 persone servono circa 8 etti di carne d’asino tagliato a pezzi.
Faccio sciogliere dolcemente il lardo nel tegame di rame, unisco tre cucchiai d’olio e faccio rosolare la carne.
Unisco le verdure tritate finemente e due centimetri di concentrato di pomodoro.
Faccio scaldare il vino con le spezie e l’alloro.
Appena la carne è abbastanza asciutta, unisco il vino aromatizzato e filtrato. In questo modo l’aroma delle spezie insaporisce la carne senza essere eccessiva. Il vino caldo, inoltre, permette di far riprendere subito il bollore.
Unisco abbondante rosmarino tritato e aggiungo acqua calda, poca e spesso.
Cuocio per circa 3 ore.
Spengo e faccio riposare anche una notte intera in frigorifero.
Riprendo la preparazione, e faccio cuocere ancora un’ora.
Durante il riposo la carne assorbirà tutti i liquidi dell’intingolo e risulterà ancora più tenera.
Infine regolate di sale e di pepe e, se necessario, dell’olio crudo. E Servire con polenta abbrustolita o morbida.